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Ciao Alessandro

Lo scorso 17 settembre a Bologna ci ha lasciato Alessandro Zijno, da lungo tempo membro dell'AISS. Studioso e ricercatore dotato di talento ma anche di profonda umanità, lascia un vuoto profondo nelle vite di quei tanti semiologi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. L'AISS intende ricordarlo con un breve profilo che ne ricorda il percorso di lavoro.


Ciao Alessandro


Alessandro Zijno si è laureato in Filosofia all’Università di Bologna nel 1992 con una tesi in Semiotica dal titolo Alcuni problemi della designazione rigida. Il suo relatore è stato Umberto Eco, ma proprio in quegli anni ha cominciato a lavorare a stretto contatto con Marco Santambrogio e Patrizia Violi. Nella tesi affrontava problemi di semantica dei nomi propri nell’ambito della teoria del riferimento, e al centro della trattazione c’era la teoria della designazione rigida di Saul Kripke. Alla fine del 1992 Alessandro vince il concorso per il dottorato di ricerca in Semiotica, coordinato da Umberto Eco. Negli anni del dottorato lavora sotto la supervisione di Patrizia Violi e trascorre due anni a Londra come visiting fellow presso il Dipartimento di Fonetica e Linguistica dell’University College London, sotto la direzione della prof. Deirdre Wilson. È in quel periodo, frequentando assiduamente il Reading Group of Pragmatics, che approfondisce e abbraccia con convinzione la teoria della pertinenza elaborata da Dan Sperber e Deirdre Wilson, e sarà proprio la teoria della pertinenza al centro della sua brillante tesi di dottorato dal titolo Fortunatamente capita di fraintendersi (1997). Nella tesi Alessandro offriva un contributo assai originale facendo interagire la concezione di lingua di Donald Davidson e, appunto, la teoria della pertinenza di Sperber-Wilson, e sosteneva con forza che la comunicazione non è basata su un corpus comune di regole sintattiche e semantiche, cioè su codici, ma su attività inferenziali che investono gli ambienti cognitivi. Sono molti, in quel lavoro, gli esempi di comunicazione quotidiana che mostrano come non siano i codici a fondare la comunicazione, ma viceversa sia la comunicazione a costruire e a far sedimentare i codici. La tesi verrà pubblicata, con lo stesso titolo, nel 2004 per la Unipress di Padova.


Nella primavera del 1995 è tra i fondatori del gruppo progettofabula, un team di ricerca e consulenza che riunisce diversi amici e colleghi del dottorato bolognese. Nell’ambito dei lavori di questo gruppo Alessandro partecipa a un gruppo di ricerca sulla comunicazione interna ed esterna di LegaCoop, tiene corsi di formazione sulla comunicazione, offre consulenze ad alcuni istituti superiori dell’Emilia Romagna per la progettazione di corsi specifici sulla comunicazione.

Dal 1998 al 2000 usufruisce della borsa di post-dottorato e continua le sue ricerche sotto la supervisione di Paolo Leonardi. Proprio in quel periodo comincia la sua collaborazione con l’Università di Padova. Nel 1997/8 diventa Professore a contratto di Filosofia del linguaggio (e poi Semiotica) nell’ambito del Diploma Universitario di Logopedia, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. E nell’Università patavina, nel gennaio del 2005, diventa ricercatore presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, tenendo annualmente il corso di Semiotica.

Nel 2009 pubblica il libro Semiotica, scritto con Valentina Pisanty (editore McGraw-Hill). Il libro ha la forma e la struttura del manuale, ma si sviluppa come monografia di ricerca, presentando una semiotica che passa dalla cura dei codici e delle strutture alla comprensione della semiosi e dei processi della comunicazione. Ogni capitolo del libro ricostruisce alcuni aspetti di questo passaggio: dal segno alla semiosi, dai modelli dizionariali all’enciclopedia, dalla struttura all’interpretazione e ai processi cognitivi. Ultimamente si è interessato dei risvolti teorici degli strumenti comunicativi alternativi sviluppati per diversabili (AAC – Augmentative Alternative Comunication) e di didattica dell’accettazione della differenza, di educazione al rispetto delle diversità e di questioni di genere. In particolare, i suoi interessi di ricerca si stavano concentrando sull’interfaccia cervello/comunicazione e stava ponendo molta attenzione alle ricerche delle neuroscienze, pensando di poter costruire un ponte tra i risultati di queste e la semiotica.